Gay Bar. Perchè uscivamo la notte by Jeremy Atherton Lin

Gay Bar. Perchè uscivamo la notte by Jeremy Atherton Lin

autore:Jeremy Atherton Lin [Lin, Jeremy Atherton]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: Social Science, LGBTQ+ Studies, Gay Studies, Biography & Autobiography, Personal Memoirs, History, Social History
ISBN: 9780316458733
Google: IYQUEAAAQBAJ
Amazon: 0316458732
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2021-02-09T00:00:00+00:00


IL QUARTIERE

SAN FRANCISCO

Non pensavo al mondo. Non pensavo alla storia. Pensavo solo all’impercettibile, misurato, circoscritto, affamato avanzare del mio corpo verso un futuro che sembrava minacciare di chiudersi da un momento all’altro.

Wayne Koestenbaum, 20031

Un tempo guardavamo alla nebbia con romanticismo. Poi Famous e io ci trasferimmo sulle colline, dentro quella nebbia, e scoprimmo che era fredda e bagnata. Abitavamo in una strada chiusa nella cantina ammuffita di un cadente edificio rivestito di tavole di legno aggrappato al bordo di una scogliera che si affacciava sull’autostrada. Non sembrava solo di essere ai confini della città; chi ci veniva a trovare diceva che abitavamo ai confini del mondo. In quel periodo recuperavamo sedie che altri lasciavano sui marciapiedi, facevamo incetta di piante in vaso, tiravamo gli spaghetti contro la parete della cucina per capire se erano cotti e sostanzialmente diventammo lesbiche.

L’unico gay bar del circondario, il Wild Side West, era un bar per lesbiche senza volerlo ammettere. Dopo che su Betty & Pansy’s Queer Review, una guida di San Francisco senza peli sulla lingua, era stato definito «un bar lesbo da non perdere», le proprietarie indignate avevano replicato che il Wild Side West era un bar di quartiere. Successivi numeri di Severe Queer Review riportarono: «È un bar di quartiere a Bernal Heights (una zona di proprietarie immobiliari lesbiche). Varcando la soglia non lasciatevi confondere dal gran numero di donne di mezza età dai capelli corti sale e pepe che fumano il sigaro e giocano a carte: sono solo donne di quartiere. L’arredamento è una delizia e rivela molto sulla storia del rione. Le due proprietarie (buone amiche e coinquiline) hanno inaugurato più di quarant’anni fa. Se siete delle brave “vicine”, il bar vi piacerà».2

Il locale prendeva il nome dal film del 1962 Walk on the Wild Side con Barbara Stanwyck nei panni della tenutaria di un bordello e amica delle donne di New Orleans. Il Wild Side era originariamente stato fondato sulla East Bay, e aveva aggiunto West nel nome quando si era spostato a San Francisco diventando un saloon in stile Far West, con tanto di vecchio e ingombrante registratore di casa, camino e pianoforte. Si diceva che Janice Joplin avesse fatto l’amore sul tavolo da biliardo. Nel giardino sul retro, in fondo a una scala scricchiolante, le sedie a dondolo si annidavano fra gli alberi, le bottiglie di vetro erano conficcate capovolte nella terra e vecchie tazze del gabinetto rotte fungevano da vasi per i fiori. Poi mi raccontarono che i gabinetti erano stati depositati davanti all’ingresso (o scaraventati contro le vetrate) in segno di disprezzo per le due donne che gestivano il posto. Lo stile che avevano dato al locale era tanto allegorico quanto pragmatico. Il recente disconoscimento della narrativa lesbica da parte delle proprietarie evocava una mentalità pionieristica: vivi e lascia vivere, dimentica le etichette.

Ad ogni modo avevo adottato un epiteto: fag, frocio. Mi chiamavo così da quando l’avevano fatto i miei vicini di sopra. Al terzo piano sembrava esserci un gran giro di bella gente, una



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